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Una sera di pochi anni fa ho perso in maniera del tutto inaspettata la mia gatta, che si chiamava Sissi. Avevo condiviso con lei 9 anni della mia vita, nei quali avevamo vissuto insieme solo noi due. Era il mio primo animale ed ero legatissima a lei, rappresentava il mio punto fermo d’amore, da lei mi sentivo amata incondizionatamente, mai giudicata, sostenuta emotivamente e sempre affiancata.

Quando l’ho persa non ero pronta, forse non lo si è mai, ma le morti improvvise ti tolgono l’aria perché non hai il tempo di prepararti al distacco, che vivi in maniera violenta. In quel momento un pezzo di me se ne andò con lei e in quel momento non sapevo dove. Un po’ ero qui sulla terra, per così dire, e un po’ ero in un altrove del quale non conoscevo la dimensione.

Con il passare dei giorni dopo la sua morte provavo disorientamento, un dolore molto profondo e un bisogno di risposte alle mie domande “dove è ora la mia gatta?” “come sta?” “la ritroverò un giorno?”. Ricordo che la mattina, che era sempre stato il nostro momento preferito perché lei veniva a svegliarmi e si infilava sotto le coperte per dormire un po’ insieme, divenne per me il momento del vuoto, non avevo voglia di alzarmi e non avevo voglia di fare le cose che di solito amavo.

Accanto a queste emozioni, non mi sentivo libera di parlare del dolore per la sua morte perché, nonostante tantissime persone abbiano animali e li amino, a livello sociale è ancora inaccettabile dire che la morte di un animale a volte è più dolorosa di quella di una persona. Contenere il dolore era davvero difficile e a fargli compagnia c’era un senso di colpa perché pensavo che avrei dovuto fare meglio e di più, benché io avessi sempre cercato di fare del mio meglio.

Foto di Sissi

La mia piccola Sissi

Mi sentivo molto sola, nonostante avessi accanto persone che mi amavano, perché mancava un pezzo fondamentale della mia vita, il mio animale.
Iniziai a leggere libri che mi aiutassero a comprendere se esisteva un paradiso degli animali, prima di quel momento non mi ero mai chiesta più di tanto sull’aldilà, pur credendo nell’anima e nella reincarnazione, semplicemente non avevo mai approfondito.

L’incontro con Stefano Cattinelli, veterinario esperto nell’accompagnamento al fine vita degli animali e nella rielaborazione del lutto, mi aiutò a dare un senso al mio percorso con Sissi, compresi il perché era entrata nella mia vita e il motivo per cui se ne era andata proprio in quel momento, e iniziai a dare spazio al mio dolore, a dargli cittadinanza. La cosa più bella che mi disse Stefano, che in quel momento non sapevo sarebbe poi diventato uno dei miei docenti del corso di formazione per Animal Communicator, fu “se avrai il coraggio di entrare in quel dolore, lei (Sissi) vi farà nascere un dono per te”. Quelle parole mi colpirono profondamente.

Scelsi di entrare nel mio dolore, invece di coprirlo o negarlo, lavoravo e tornata a casa piangevo la mancanza, parlavo di lei per non dimenticarla, guardavo le foto per ripercorrere i nostri anni insieme, in poche parole stavo elaborando il lutto.
Conobbi Valeria Boissier, che sarebbe poi diventata la mia formatrice nella sua scuola Animal Communicator Italia, un giorno nel quale cercando sul web scoprii che c’erano persone, come lei, in grado di parlare con gli animali, anche defunti.

Non mi chiesi se ci credevo o no, se mi fidavo o no, lo feci e basta perché sentivo che era giusto così per me, volevo parlare con la mia Sissi e sapere dove fosse, dentro di me sapevo che lei ancora viveva in un’altra dimensione, solo io non ero in grado di comunicare da sola con lei, o meglio di sentire cosa lei mi dicesse, perché io comunque le parlavo ogni giorno, mi compariva in sogno e a volte sentivo la sua presenza in casa.

Quella con Valeria fu la mia prima comunicazione con un animale, fu toccante, emozionante, mi sembrava che Sissi fosse di nuovo con me, nelle parole di Valeria riconobbi la mia gatta e trovai risposta a tante domande che mi ero fatta negli anni vissuti con lei. Sapevo in cuor mio che stava parlando con l’anima della mia gatta e dopo la comunicazione il mio senso di colpa sparì e l’elaborazione del lutto proseguì più serenamente sino alla sua naturale conclusione.

Nei mesi a venire decisi di seguire la scuola Animal Communicator Italia di Valeria Boissier, desideravo poter donare agli altri la stessa sensazione di conforto e amore che avevo ricevuto durante quella prima comunicazione.

La mia gatta Sissi, attraverso la sua morte, aveva aperto per me un nuovo grande capitolo della mia vita, quello dell’Animal Communication, questo fu il dono che mi lasciò.